Conosci il tuo cane

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Mi chiamo Serena Mazzilli, ho 32 anni. Dal 2012 sono un’ Educatrice Professionale per minori in difficoltà.

Da sempre sono stata volontaria in diversi canili finchè nel 2018 ho deciso di integrare il mio lavoro con il meraviglioso mondo dei cani.

Ho frequentato il Corso avanzato IAA (Interventi Assistiti con Animali) diventando Coadiutrice del Cane.

Questo percorso ha rafforzato in me la consapevolezza di come gli animali siano dei “fluidificanti sociali” in particolar modo per le persone più vulnerabili.

L’avvicinamento al mondo cinofilo e in particolare all’approccio Cognitivo-Relazionale lo devo ad Aria, la mia meticcia (in foto) che è diventata la mia principale maestra.

Nel 2021 sono diventata Educatrice Cinofila Thinkdog che significa letteralmente “pensa come se fossi un cane” ovvero:

  • entra nel suo mondo
  • guarda le cose dalla sua prospettiva
  • mettiti nei suoi panni
  • impara a conoscerlo e a capirlo decifrando i suoi messaggi 

Il cane racconta di sè continuamente per chi ha “occhi che ascoltano”.

L’adozione di un cane, infatti, non può essere frutto di una scelta superficiale e di una decisione frettolosa, ma di una valutazione consapevole basata sulla disponibilità di cambiare le nostre abitudini per soddisfare le sue esigenze, in quanto egli è un individuo avente una personalità, una particolare sensibilità, proprie motivazioni e specifici bisogni.

E’ fondamentale, infatti, creare una relazione, vera e significativa, imparando ad osservarlo ed ascoltarlo per aiutarlo a sviluppare il suo potenziale. invece di puntare solo sull’obbedienza.

Accogliere in casa un cane potrà davvero cambiare in meglio la vostra vita se la sua inclusione avverrà con la consapevolezza di una reale interazione con un individuo “diverso” totalmente dipendente delle nostre decisioni.

Molte persone mi chiedono consigli sul corretto modo di relazionarsi con il proprio cane.

Alcune domande verranno citate qui sotto ma è importante ricordare che non ci sono regole preconfezionate perchè ogni individuo è unico con le sue caratteristiche, la sua storia e le sue potenzialità. 

Il percorso da seguire dovrà quindi essere personalizzato in stretto rapporto con l’umano che si prende cura di lui.
Risponderò alle vostre domande che riguardano piccole difficoltà incontrate con il vostro cane e per consigli riguardanti l’adozione.

Mi auguro di potervi aiutare creando con ognuno di voi un dialogo costruttivo e di confronto interattivo, perchè decidere di condividere la propria vita con un compagno a quattro zampe è un cammino meraviglioso che ci riempie la vita di gioia e amore, ma che comporta anche sacrifici e rinunce.  

Inviatemi le vostre domande compilando lo spazio  predisposto a fine pagina, cercherò di rispondere appena possibile. 
 
Grazie
Chi è l’educatore cinofilo e di cosa si occupa?

L’educatore cinofilo è una figura professionale che ha svolto un percorso formativo sostenendo un esame finale.

E’ innanzitutto un mediatore della relazione tra cane e famiglia e ha il compito di far incontrare il cane e i proprietari nel modo migliore, favorendone la reciproca comprensione, l’empatia e la comunicazione.

Inoltre aiuta a conoscere il proprio cane ad ascoltarlo e quindi a comprendere le motivazioni e le emozioni che lo muovono nelle varie situazioni.

Tutto questo permetterà ad ogni individuo-cane di esprimere la propria personalità e il proprio potenziale spesso nascosto agli occhi dei proprietari.

E’ quindi fondamentale che la famiglia in primis abbia il desiderio e la volontà di mettersi in gioco non nell’ottica di diventare il “ capo branco ” e quindi di “ dominare ” sul cane, ma nell’ottica di diventare una guida, una base sicura, un leader.  

L’educatore cinofilo quindi non andrebbe chiamato solo ed esclusivamente quando siamo al limite della pazienza o quando ci sono dei problemi importanti, ma può diventare una figura in grado di aiutarci a comunicare al meglio con il nostro cane al fine di prevenire eventuali problemi comportamentali.

Perché il mio cane tira?

Le passeggiate al guinzaglio sono per alcuni proprietari un problema perché spesso è il cane a portarli a spasso e non viceversa. Le motivazioni che stanno dietro a questo comportamento possono essere molteplici e quindi andrebbero analizzate caso per caso.
Cercherò comunque di analizzare in modo generale le cause più comuni, così che possiate fare una riflessione in merito:

  • Poche passeggiate corte e sempre negli stessi luoghi: i cani hanno bisogno di varietà e le passeggiate non dovrebbero essere legate solo ai bisogni fisiologici.
  • Predisposizioni genetiche: i cani da slitta, i cani da caccia o da seguita tenderanno a perlustrare maggiormente il territorio e quindi a tirare seguendo una traccia olfattiva.
  • Apprendimento maladattivo: il cane si è abituato a fare le passeggiate con il guinzaglio in tensione, questo succede quando c’è una scarsa coerenza nella comunicazione da parte del proprietario che spesso cede a questo comportamento causando una condotta inadeguata che insegnerà al cane a tirare di più.
  • Stato emotivo del cane troppo alto: quando usciamo in passeggiata l’aspettativa del cane è sempre molto alta, questo fa perdere facilmente autocontrollo e capacità comunicativa.
  • Attrazione su diversi stimoli: appetitivi, sessuali, sociali…
  • Paure, ansie e fobie: spesso i cani tirano perché c’è qualcosa che li impaurisce o da cui vorrebbero allontanarsi, quindi sono più facilmente agitati e nervosi.
Quante ore può stare da solo un cane al giorno?

Partiamo dal presupposto che il cane è un animale sociale, cioè ama fare gruppo, che sia esso composto da un branco di cani o da un gruppo misto, quindi non è fatto per stare solo.

Purtroppo molti cani passano giornate intere da soli e alcuni vivono solo in giardino. In entrambi i casi, pur adeguandosi alle nostre vite frenetiche, entrano facilmente in sofferenza.

A seconda poi della loro personalità, delle loro esperienze e da altri fattori potrebbero presentare dei comportamenti problematici legati alla frustrazione, alla noia o all’ansia.

A questa domanda si apre quindi un mondo di risposte possibili. Per rispondere bisognerebbe valutare diversi fattori, tra cui l’abitazione, il tipo di cane e il tipo di vita che conducono i proprietari.

In linea di massima è bene che non resti solo per più di 6 ore al giorno consecutive e che gli si riesca a garantire almeno 3 passeggiate nell’arco della giornata.

Quello che è importante è anche la qualità del tempo che trascorriamo con loro che non significa solo andare a passeggio, giocare, fare un’attività insieme, ma anche condividere momenti di quotidianità, di leggerezza, di vacanza.

Quali sono i bisogni di un cane?

Spesso mi sento dire dai proprietari che i loro cani fanno dei dispetti, in realtà questa affermazione è errata. Ricordate che dietro ad ogni loro comportamento, anche il più problematico, si cela sempre il tentativo di soddisfare uno dei suoi bisogni fondamentali.
Andiamo quindi ad analizzarli insieme:

  • Bisogni fisiologici: mangiare, bere, dormire, riposare, fare movimento, alimentarsi adeguatamente…
  • Bisogni di sicurezza: sentirsi al sicuro, protetto, avere certezza sulle aspettative, evitare di fare esperienze spiacevoli
  • Bisogni di appartenenza: legati al legame di attaccamento, al volersi sentire parte di un gruppo e a condividerne delle attività
  • Bisogni di accreditamento: sentirsi importante, riconosciuto, capace, abile..
  • Bisogni di varietà: evadere dalla monotonia, tenere la mente impegnata in compiti complessi ed interessanti
  • Bisogno di realizzazione: compiere le proprie vocazioni e potenzialità, piena realizzazione della propria identità.
Perchè il mio cane abbaia agli altri cani?

Questa è un’altra problematica comune che coinvolge molte proprietari che spesso descrivono il loro cane come aggressivo. In realtà anche in questo caso è necessario osservare per comprendere lo stato d’animo del cane che abbiamo di fronte.  

Infatti l’abbaio è usato per esprimere emozioni che possono andare dalla gioia, all’allerta, al dolore, alla paura.  

Molto spesso inoltre questo comportamento può essere influenzato dalla gestione che facciamo del guinzaglio. Questo strumento da una parte porta il cane a doversi adeguare a dalle distanze e delle traiettorie scelte dal suo proprietario; dall’altra, può facilmente trasmettere le nostre tensioni e i nostri nervosismi, aumentando così il suo stato di disagio e agitazione.

Per questi motivi vi sconsiglio di fare incontrare i cani al guinzaglio ma di prediligere spazi di libertà dove possono esprimersi al meglio con la loro vastissima comunicazione. In merito a questo consiglio la lettura del libro “ I segnali calmanti ” di Turid Rugaas.

Come posso far smettere al mio cucciolo di fare i bisogni in casa?

Quando un cane fa pipì in casa si pensa ad un dispetto e a molti proprietari questo fa perdere la pazienza portandoli ad arrabbiarsi o a punire, complicando cosi le cose.

I cani fanno pipì in casa generalmente quando non riescono a trattenersi o non hanno ancora chiaro cosa è giusto o, in casi particolari, per disturbi organici o psicologici.

Per far fronte a questo problema è fondamentale che le pipì fatte all’esterno siano molte di più rispetto a quelle fatte in casa, per questo motivo soprattutto un cucciolo andrebbe portato fuori spesso, in particolare dopo aver mangiato, dormito o giocato.

Per via di un’apprendimento di tipo associativo il cane avrà pian piano la necessità di avere gli odori che ci sono all’aperto per riuscire a fare pipì.

Inoltre ricordate che i cani, come noi, apprendono principalmente con il rinforzo positivo.

Quindi è bene rinforzare con un premietto o con un elogio verbale quando fa la pipì fuori casa.

Il mio cane non mi ascolta. Come faccio a farlo tornare a richiamo?

Innanzitutto considerate che gli spazi di libertà per i nostri cani sono essenziali. Bisogna però saperli gestire per far vivere ad entrambi, proprietario e cane, un momento speciale dove il nostro amico a 4 zampe potrà esprimersi al massimo.

Il momento migliore per iniziare a lavorare sul richiamo è quando il cane è  cucciolo perché sarà naturalmente più attento ai nostri spostamenti e alla nostra voce.
Tenete presente che il richiamo è molto di più del: “ vieni qui ”, un buon richiamo è alla base di una solida relazione e di un buon accreditamento del proprietario. 

Dobbiamo quindi innanzitutto renderci interessanti agli occhi dei nostri cani sapendo proporre attività diverse, facendogli condividere spazi di prossimità e vicinanza nella quotidianità, giocando con lui.  

Quanto più si sentirà capito e ascoltato, quanto più tornerà da noi allegro e sorridente anche se sa che arriverà il momento di tornare a casa.

Ci sono degli errori che poi facciamo spesso e che fanno perdere un po’ di fiducia come chiamarlo troppo oppure farlo nel momento sbagliato.
In questo caso l’educatore potrebbe aiutarvi a capire meglio come comportarsi per offrire dei momenti di libertà in “sicurezza” per voi e per i vostri cani.

Mi piace concludere con questo pensiero che racchiude un po’ tutto ciò che ho scritto:

“ Possiamo immaginare che tra noi e il cane vi sia un conto corrente emozionale. 
Più versiamo sul conto, più possiamo fare prelievi. Prima di chiedere, dobbiamo dare.
Se pretendiamo soltanto, il conto andrà in rosso e se insistiamo a chiedere ancora e ancora, senza dare nulla in cambio, il conto verrà chiuso.”       
 
Angelo Vaira

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